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Napoli in ....Canto - 12 Marzo 2016 COMUNE DI CAVA de' TIRRENI PIAZZA ABBRO ore 19:30

Accademia della Canzone Classica Napoletana
 

12 Marzo 2016
COMUNE DI CAVA de' TIRRENI
PIAZZA ABBRO ore 19:30

Napoli in ....Canto


Jesce sole

Pasquale Terracciano 


Michelemmà
Coro


Tarantella Ricci

“Plectrum”


Lu cardillo
Gloria Greco


Te voglio bene assaje

Lello Giulivo


Piedigrotta

 Funniculì Funnifulà

Lello Giulivo e Coro


Era de maggio
 Gloria Greco


Cenni sulla macchietta
Canzone pettegola
Massimo Salvetti


Reginella e A tazza e cafè

Gloria Greco


Piscatore 'e Pusilleco
"Plectrum"


O Mare e Mergellina E Voci e Napoli
Lello Giulivo


Tammurriata nera
Pasquale Terracciano


Quant'è bona a figlia vosta
Massimo Salvetti 


Anema e core
Lello Giulivo


Lusingame
Gloria Greco


O Sarracino
Gloria Greco e il Coro 


O Surdato Nnammurato
Tutti

......................................................



Presidente
Giuseppe Vitiello

Direttore
Piero Di Scala

Direzione artistica
Gloria Greco 







ENRICO CARUSO - BIOGRAFIA


« La vita mi procura molte sofferenze. Quelli che non hanno mai provato niente, non possono cantare. »(Enrico Caruso)
Primo di quattro figli Enrico Caruso nasce a Napoli il 25 febbraio 1873 nel quartiere di San Carlo all'Arena da Marcellino e Anna Baldini la quale prima di lui aveva avuto 17 figli, tutti morti. Studia canto con i maestri Schirardi e De Lutio. Comincia a cantare nel coro della chiesa ma la sua fortuna comincia quando il baritono Eduardo Missino lo presenta al maestro Guglielmo Vergine, il quale lo mette sotto contratto per cinque anni. Congedato alle armi debutta nel 1894 con una parte ne “L'amico Francesco” di Domenico Morelli.
Si esibisce nei teatri a Caserta, Napoli e Salerno dove conosce il direttore d'orchestra Vincenzo Lombardi che gli propone di cantare a Livorno per la stagione estiva. Qui Enrico incontra il soprano Ada Botti Giachetti dalla cui relazione nasceranno due figli: Rodolfo ed Enrico junior. La Giachetti lo lascerà per fuggire con il loro autista.
Nel 1898 Caruso prende il  ruolo di Loris in Fedora di Umberto Giordano al Teatro Lirico di Milano e poi tournée in Russia, in Spagna, in Italia,  al Covent Garden di Londra dove interpreta il Rigoletto di Giuseppe Verdi e ancora l’anno dopo nella La Bohème di Giacomo Puccini.
Sempre nel 1899 al Teatro Costanzi di Roma interpreta Osaka nella ripresa di Iris di Pietro Mascagni, Enzo nella ripresa di La Gioconda di Amilcare Ponchielli e con Faust in Mefistofele. 
Nel dicembre 1900 Caruso canta nuovamente alla Scala nella ripresa di La Bohème diretta da Arturo Toscanini e, nel 1901 al Teatro San Carlo di Napoli dove si dice che durante l'interpretazione de L'elisir d'amore la sua voce non abbia reso al meglio e quindi criticato dai suoi concittadini.
Da questa amara delusione, la decisione di non cantare mai più nella sua città.
Grandissimo il successo invece negli Stati Uniti e in Sud America.
Nello stesso anno alla Scala di Milano in Le maschere di Pietro Mascagni diretto da Arturo Toscanini  e il duca di Mantova al Teatro Comunale di Bologna nel Rigoletto di Verdi. 
Nel 1902, nella Sala Garnier del Casino di Montecarlo è Rodolphe nella prima rappresentazione de La vie de bohème di  Puccini. Ancora a Londra e Roma con  Rigoletto e al Teatro Lirico Internazionale di Milano in Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea.
Caruso è stato il primo cantante a incidere dischi. 
A Milano, incide dieci dischi con arie d'opera per conto della casa discografica inglese Gramophone & Typewriter Company. E’ stato il primo artista della storia a vendere più di un milione di dischi. 
Nel 1903 al Metropolitan di New York, con  Rigoletto il pubblico gli chiede il bis di 
“La Donna è mobile”. Diventa l'idolo dei melomani dell'epoca interpretando Radamès in Aida, Cavaradossi in Tosca, Rodolfo ne La bohème, Canio in Pagliacci, Alfredo ne La traviata, Edgardo ne Lucia di Lammermoor e Nemorino ne L'elisir d'amore.
Caruso fa produrre una medaglia in oro col suo profilo come ricordo delle sue recite da regalare ai fan più affezionati. Ingaggi esorbitanti ma anche esibizioni gratis per gli emigranti.
Il suo successo desta gelosia e invidia a tal punto di farlo accusare e condannare per molestie sessuali verso una giovane sconosciuta e per un bacio scambiato in scena con la famosa soubrette Lina Cavalieri, ritenuta da molti la donna più bella del mondo.
Nel 1904 a Montecarlo col Rigoletto, a Parigi con Lina Cavalieri ancora al Metropolitan in Enzo ne La Gioconda; Gennaro nella Lucrezia Borgia, Fernando ne La Favorita;. Elvino ne La sonnambula.
Ancora nel 1905 interpreta Raoul de Nangis ne Les Huguenots e Riccardo in Un ballo in maschera, Loris Ipanov a Parigi nella prima rappresentazione di Fedora di Umberto Giordano.
Nel 1906 Faust nell'opera omonima; Lionel in Martha, Don José in Carmen; il Conte Loris Ipanov in Fedora. 
Nel gennaio 1907 interpreta Maurice nella prima rappresentazione alla French Opera House di New Orleans di Adriana Lecouvreur, al Metropolitan, Vasco de Gama ne L'Africaine e Des Grieux in Manon Lescaut con Lina Cavalieri; Pinkerton in Madama Butterfly; Maurizio in Adriana Lecouvreur Osaka in Iris.
Nel 1908 interpreta Manrico ne Il trovatore e Turiddu in Cavalleria rusticana, diretto da Toscanini.
Nel 1909 Caruso incide una serie di ventidue canzoni napoletane tra cui Core 'ngrato, scritta da Riccardo Cordiferro e Salvatore Cardillo, ispirata alle sue vicende sentimentali dopo l'abbandono da parte della Giachetti. Nello stesso anno viene operato a Milano per una laringite ipertrofica, che almeno al  momento non compromette la sua carriera.
Nel 1910 è Federico in Germania diretto da Toscanini al Metropolitan; Faust e Otello di Gounod all’Opera di Parigi, Otello di Giuseppe Verdi, Rinaldo nella prima rappresentazione di Armide di  Gluck, Dick Johnson nella prima di La fanciulla del West di Giacomo Puccini.
Nel 1912 fu Gustaf III in Un ballo in maschera, e Mario Cavaradossi in Tosca.
Nel 1913, Des Grieux in Manon (Massenet) diretto da Toscanini. 
Nel 1914, Julien nell'opera omonima di  Charpentier e nel 1915 Samson in Samson et Dalila.
Nel 1915, interpreta Arturo Buklaw nella ripresa di Lucia di Lammermoor a Montecarlo, Canio nella ripresa di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. 
Nel 1916, Nadir in Les pêcheurs de perles al Metropolitan.
Nel 1918, Flammen in Lodoletta, Jean of Leyden ne Le prophète Avito ne L'amore dei tre re e Don Alvaro ne La forza del destino con Rosa Ponselle.
Sempre nel 1918 sposa la statunitense Dorothy Benjamin dalla quale ha una figlia, Gloria.
Nel 1919 al Metropolitan in un concerto dedicato ai suoi 25 anni di carriera impersonando Eléazar ne La Juive con la Ponselle.
Dopo una lunga tournée in Nordamerica, nel 1920, la salute del tenore inizia a peggiorare. 
Una forte emorragia alla gola il 24 dicembre e la sua ultima apparizione al Metropolitan con Eléazar ne La Juive: 

Complessivamente al Metropolitan, Caruso va in scena per oltre 800 rappresentazioni.
Diagnosticata una pleurite infetta, viene operato al polmone sinistro, e  trascorre la convalescenza a Sorrento. Diretto a Roma per un nuovo intervento chirurgico, muore il 2 agosto 1921 in una stanza dell'albergo Vesuvio a Napoli all'età di 48 anni.
È sepolto a Napoli, in una cappella privata nel cimitero di Santa Maria del Pianto in via Nuova del Campo (Doganella), a pochi metri dalla tomba di Antonio de Curtis in arte Totò.
Caruso interpretò due film come protagonista: My cousin e The splendid romance.
Caruso, arrivò a sviluppare una personale tecnica vocale in cui l'intero torace, a un tempo mantice e organo, vibrava amplificando magnificamente i suoni tale da correggere tutti i principali difetti utilizzando il naturale colore scuro della voce come un elemento di virile seduzione entrando quindi nelle grazie di Puccini che scrisse per lui La fanciulla del West.
Dopo l'operazione per eliminare dei noduli alle corde vocali subita nel 1909 la sua voce, come ben testimoniato dai dischi, divenne ancora più brunita, talune agilità gli furono precluse e sempre più faticoso divenne l'uso della mezzavoce. Ciò non di meno Caruso rimase un interprete inarrivabile per impeto e passionalità e, almeno fino al "si" acuto, in grado di afferrare di slancio acuti tonanti che mandavano in visibilio il pubblico e risuonano anche nelle numerose incisioni di canzoni napoletane. Si racconta che, durante un'opera, fece un acuto tale da far tremare il lampadario del teatro.

GILDA MIGNONETTE - BIOGRAFIA


Griselda Andreatini in arte Gilda Mignonette, è nata nel popolare quartiere napoletano della Duchesca il 28 ottobre del 1886.
E’ stata una cantante e sciantosa nel teatro di varietà italiana.
Battezzata “la Regina degli emigranti” dalle colonie italo-americane, Gilda Mignonette debuttò giovanissima nei teatri di varietà e cafè-chantant riscuotendo enorme successo.
Nel 1910 le prime tournée all'estero, in particolare in Spagna, Ungheria e Russia. Poi, nel 1911, il suo primo viaggio oltre oceano in Argentina, dove al Casino Moulin Rouge di San Paulo, ottenne le sue prime affermazioni.
Dopo queste performances, nello stesso anno, la tournée si spostò in Russia, dove trovò molte acclamazioni nei teatri Aleksander Park e Grand Hotel di Odessa e al theatre des Bouffes di Mosca.
Nel 1915 una seconda tournée in Sud America dove fu acclamatissima al Teatro Casino di Buenos Aires e al “Teatro Star” di Cuba.
Nel 1919 debuttò nella prosa, unendosi alla compagnia di Raffaele Viviani.
Andò in scena, con il ruolo di “Carmilina 'a stiratrice” nella commedia di Viviani "Lo sposalizio". Due anni dopo debuttò anche nella rivista, unendosi alla compagnia R.o.s.e.a. (Riviste, Operette, Sketch, Eccentricità, Attualità) diretta da Gigi Pisano e Cesare Faras.
Il suo trasferimento a New York nel 1924, dove continuò la sua carriera di cantante, ne decretò anche il successo internazionale: divenne infatti una delle cantanti napoletane più famose negli Stati Uniti d'America. Tornò spesso in madrepatria per esibirsi, divenendo anche in Italia molto famosa nel suo genere.
Nel 1925, a ridosso dei trionfi newyorkesi, firmò il suo primo contratto discografico con la Phonotype, prima casa discografica in Italia.
Da questo momento iniziò la sua lunga discografia che terminò soltanto nel 1951, un anno e mezzo prima della morte con la sua ultima incisione, la canzone "Malafemmena" di Totò.
Ebbe il suo picco di massimo successo negli Stati Uniti con la canzone
” 'A cartulina 'e Napule" e con la rivista "Faccetta nera". A New York formò una propria compagnia di varietà, "Compagnia di sceneggiata Mignonette", nella quale militavano anche Farfariello, Vittorio Parisi, Laura e Alberto Colombo e altri. Fece conoscere la sceneggiata napoletana in tutto il mondo e il maggior successo fu "Anema ardente" firmata da Pasquale Febbrajo.
Tra i più importanti concerti a New York, quelli memorabili al Guild Lyric Theatre, unica artista straniera nel tempio della musica americana.
Il suo repertorio era costituito principalmente da canti di emigranti, quali "'A meglia voce", "E l'emigrante chiagne", "'A cartulina 'e Napule", "'O paese d'o sole", "Mandulinata e l'emigrante", "Connola senza mamma", "'A voce mia", "Santa Lucia luntana".

Dal 1941 al 1948, la FBI dichiarò sovversivi i suoi dischi, impendendole di registrare i 78 giri presso qualsiasi etichetta discografica maggiore e minore.
Nel 1949, fu nominata Dama Commendatrice dal Presidente dell'Argentina Juan Domingo Peron con tutti gli onori e i privilegi inerenti al grado conseguito.
Morì nel 1953 durante la traversata da New York a Napoli dopo aver espresso il desiderio di morire nella propria città natale. Non ci riuscì, morì a ventiquattro ore da Napoli sulla transoceanica "Homeland".
Dopo la sua morte, suo marito Frank Acierno ritornò a New York e si risposò con una certa Anny. Quest'ultima, ancora oggi, conserva tutti i ricordi della Mignonette e ogni anno allestisce in America una mostra con i suoi meravigliosi vestiti di scena, le foto degli spettacoli, i gioielli. Il suo ricordo in America è ancora vivissimo: ogni anno sono allestiti spettacoli e programmi radiofonici in suo onore e un noto ristorante di Little-Italy ha inserito nel suo menù il "filetto” alla Gilda Mignonette".
Gilda Mignonette è sepolta nel Cimitero di Poggioreale a Napoli.

ROBERTO MUROLO - BIOGRAFIA


« Lasciate cantare sempre e soprattutto il cuore, perché è lui che ne ha bisogno più di noi per vivere »(Roberto Murolo)

Roberto Murolo nasce a Napoli il 19 gennaio 1912.
Penultimo dei sette figli di Lia Cavalli e del grande  poeta, drammaturgo, giornalista e autore di canzoni Ernesto Murolo.
E’ tra i maggiori protagonisti del periodo che va dal secondo dopoguerra al 1960, trascorre la sua infanzia in un salotto frequentato da Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Libero Bovio e Raffaele Viviani.
Le sue grandi passioni giovanili sono la musica e lo sport. In quest'ultimo campo si distingue come tuffatore, vincendo il campionato italiano di tuffi alti nel 1937.
Nel 1935 entra come impiegato nella compagnia del gas, dove resterà per tre anni, e grazie alla sua passione per il nuoto, vince addirittura i campionati nazionali universitari, venendo premiato dal Duce in piazza Venezia.
L'anno successivo inizia a cantare nel gruppo vocale Mida Quartet, ispirato agli americani Mills Brothers, con un repertorio di canzonette ritmate, tra avanspettacolo e cabaret. Alla voce di Murolo spetta il trombone, Enzo Diacova e Alberto Arcamone imitano le trombe, Amilcare Imperatrice il contrabbasso. Il Mida Quartet trascorre all'estero otto anni, dal 1938 al 1946, sbarcando il lunario tra teatri e locali in Germania, Bulgaria, Grecia, Ungheria e Spagna, proponendo un repertorio internazionale e di canzoni italiane.
Nei primi decenni della sua carriera, utilizzò nei concerti una preziosa chitarra artigianale, costruita nel 1838 dalla liuteria Guadagnini, al tempo operante in piazza San Carlo a Torino.
Tornato in patria dopo la fine della guerra, Murolo inizia la carriera da solista in campo concertistico e in quello discografico nel 1948, esibendosi al “Tragara Club di Capri”. La sua voce da sussurro, seducente e intonata, valorizzata dall'uso del microfono, e il suo stile da chansonnier d'altri tempi incontrano subito il favore del pubblico.
Canta “Munasterio 'e Santa Chiara” (Galdieri-Barberis, 1945), “Tammurriata nera” (Nicolardi-E. A. Mario, 1944), “Scalinatella” (Cioffi-Bonagura, 1948) e altri successi napoletani vecchi e nuovi, che raccoglierà in una fortunata antologia.
La radio diffonde in tutta Italia la sua voce attraverso i primi 78 giri della Telefunken-Durium, e inizia anche l'attività cinematografica: appare in Catene (1949), insieme ad Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson. Nello stesso anno lavora nel film Paolo e Francesca e l'anno dopo in Tormento, di Matarazzo, ma anche in altre pellicole dove compare solo come cantante. E ancora in Menzogna (1952) e Saluti e baci (1953), dove figura accanto a Nilla Pizzi, Yves Montand, Giorgio Consolini e Gino Latilla.

A partire dal 1956 Murolo studia a fondo il repertorio partenopeo dal 1200 ai giorni nostri, con il contributo del chitarrista Eduardo Caliendo, pubblicando la “Napoletana”, antologia cronologica della canzone partenopea ma scrive anche canzoni in proprio: con il musicista Nino Oliviero firma “O ciucciariello”, con Renato Forlani “Torna a vucà”,  “Scriveme”, “Sarrà... chi sa”, vincitrice del Festival di Napoli, eseguita da Fausto Cigliano e Teddy Reno.
Dopo la pubblicazione della sua antologia incide, a partire dal 1969, quattro album monografici intitolati “I grandi della canzone napoletana”, dedicati ai poeti Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo, Libero Bovio ed E. A. Mario.
In età avanzata torna alla ribalta con l'album “'Na voce, 'na chitarra” (1990), in cui interpreta canzoni di altri autori, tra cui “spassionatamente” di Paolo Conte, “Lazzari felici” di Pino Daniele, “Senza fine” di Gino Paoli, e anche duetti: “Caruso” con Lucio Dalla, “Ammore scombinato” in coppia con l'amico Renzo Arbore.
Il giornalista Gianni Cesarini ne racconta la vita in “Roberto Murolo - La storia di una voce, La voce di una storia” (Flavio Pagano Editore 1990) in cui è citato più volte il suo allievo e figlioccio Claudio Carluccio.
In occasione del suo ottantesimo compleanno esce “Ottantavoglia di cantare” (1992). Nel disco compaiono i duetti “Don Raffaè”, con Fabrizio De André,
“Cu' mme” con Mia Martini su testo di Enzo Gragnaniello, “Na tazzulella 'e cafè” di Pino Daniele con Renzo Arbore e “Basta 'na notte” con Peppino Di Capri.
Nel 1993 il trio Murolo, Martini e Gragnaniello incide l'album “L'italia è bbella”, titolo della canzone di Carlo Faiello con cui Murolo si esibisce quell'anno al Festival di Sanremo.
Murolo e De André si esibiscono insieme al concertone del Primo maggio 1993 in piazza San Giovanni, a Roma. In seguito l'artista pubblica “Tu si' 'na cosa grande” (1994), tributo a Domenico Modugno, incide poi nell'album “Anema e core” (1995) i brani Dicitencello vuje (Fusco-Falvo, 1930) e Anema e core (Manlio-D'Esposito, 1950) con la cantante Amália Rodrigues, la grande interprete del fado portoghese con la quale aveva già cantato nel marzo del 1974, al Teatro Politeama di Napoli.
Il 26 gennaio 1995 viene nominato, dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro, grande ufficiale della repubblica per i suoi meriti artistici; a questa onorificenza si aggiunge, il 23 gennaio 2002, la nomina a Cavaliere di gran croce, conferita dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Da tutti definito maestro della canzone napoletana, ha una lunga discografia dove il capitolo più recente è Ho sognato di cantare (2002) anticipato dal singolo “Mbriacame” scritto da Mimmo Di Francia,
Nel 2002, durante il Festival di Sanremo, Murolo riceve il premio alla carriera, In occasione del suo novantesimo compleanno RaiSat Album gli dedica lo special Roberto Murolo Day - Ho sognato di cantare, ideato e condotto da Renzo Arbore, per la regia di Alessandra Rinaldi.
Muore a Napoli il 13 marzo 2003, nella sua casa di Via Cimarosa al Vomero, sede della “Fondazione Roberto Murolo”.
Al concerto tenutosi in occasione della scomparsa dell’Artista al Festival di Ravello nell’agosto del 2003 ad omaggiarlo erano presenti Renzo Arbore e Lina Wertmuller con l’esibizione di tre cantanti chitarristi: Fausto Cigliano, Mario Maglione e Claudio Carluccio.

LA NOTTE DI SANTA LUCIA - CONCERTO - CAVA de' TIRRENI (SA) 13 DICEMBRE 2013



13 DICEMBRE 2013 CAVA de' TIRRENI
SALA CONSILIARE DEL COMUNE DI CAVA de' TIRRENI
PIAZZA ABBRO ore 20:00

Dalle origini a Salvatore Di Giacomo - Concerto
La notte di Santa Lucia
PRESENTAZIONE
            A cavallo del XVII e XVIII secolo, Napoli è stato il centro più importante dello sviluppo musicale in Europa, per merito della “Scuola Napoletana” che ebbe origine dai suoi quattro conservatori.
            Questo originale sviluppo esistente fra dialetto e musica cresce e si arricchisce fino alla metà del ‘900, secolo che si identifica come “periodo d’oro” della canzone napoletana. Grazie a poeti e musicisti come Salvatore di Giacomo e Pasquale Mario Costa emerge un nuovo stile della canzone napoletana che influenzerà in modo determinante tutta la musica italiana raggiungendo un primato internazionale. Ancora oggi è considerata la più famosa al mondo.
            La canzone napoletana è una fusione di elementi universali tradotti in musica e proprio grazie agli influssi e le culture di altri popoli che riesce a raggiungere l’inconscio di tutti nutrendo l’anima di chi l’ascolta.

VOCE E CHITARRA
-  CANTO DELLE LAVANDAIE (IGNOTO DEL ‘200)
-  VILLANELLA CH’ALL’ACQUA VAI  (IGNOTO DEL ‘500)
-  MICHELEMMA’ (IGNOTO DEL ‘600)

PLECTRUM QUINTET” E VOCE
formato da alcuni dei Maestri Docenti dell’Accademia della Canzone Classica Napoletana: Mandolini - Adolfo Tronco e Marco Vidino, Mandola - Ciro Marraffa, Mandoloncello - Enrico Capano, Chitarra - Virginia Leone

- LO PISCATORE DE SANTA LUCIA (ANONIMO DEL “700)
- FENESTA VASCIA (G.GENOINO – G.COTTRAU 1849)
- TE VOGLIO BENE ASSAIE (R.SACCO – F.CAMPANELLA 1839)

1863 – 2013
Omaggio per 150° anniversario della nascita di tre grandi personaggi
Raffaele Calace (1863 – 1934) - Pietro Mascagni (1863 – 1945) - Gabriele D’Annunzio (1863 –1938)
- DANZA SPAGNOLA  (R.Calace )
- INTERMEZZO DELLA CAVALLERIA RUSTICANA-  (P.Mascagni)
- A VUCCHELLA (G.D’ANNUNZIO – F.P.TOSTI 1892)

200° Anniversario della nascita di Giuseppe Verdi
- AMAMI ALFREDO  (tratto dal 1° atto Traviata)  (G.Verdi)
- FANTASIA BRILLANTE (RIELABORAZIONE DI LOUIS EMMA)
- ERA DE MAGGIO  (S.DI GIACOMO – P.M.COSTA 1885)
- MARECHIARO (S.DI GIACOMO – F.P.TOSTI 1885) 


                                                             INGRESSO GRATUITO